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La pittura cinese

La pittura cinese è molto probabilmente tra le più antiche arti grafiche di cui si sia trovata traccia, anche se i primi dipinti non erano altro che una sorta di decorazioni ornamentali eseguite su oggetti come vasi, anfore, o tessuti di seta; la pittura nello stile tradizionale cinese è conosciuta con il nome di guòhuà, che tradotto significa ‘pittura nativa’, e si regge più o meno sugli stessi canoni della calligrafia, creata cioè con un semplice pennello intinto in inchiostro nero o comunque in pigmenti colorati.

Molto prima dell’invenzione della carta nel secolo I d.C, i cinesi usavano dipingere soprattutto vasi ed altri piccoli oggetti, adornandoli con simboli a zig zag, cerchi concentrici, spirali, o semplici punti, poi verso il 500 a.C. si iniziarono a vedere le prime raffigurazioni di battaglie o anche rappresentazioni della natura, fatte rigorosamente su seta, materiale che poi fece spazio alla più economica carta.

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Antiche civiltà: gli Assiro-Babilonesi

Tra le più antiche civilizzazioni mai esistite, o quantomeno quelle delle quali ci siano pervenute tracce concrete, c’è sicuramente quella Assiro-Babilonese, e per cercare di approfondire un po’ il discorso bisogna fare un salto indietro nel tempo più o meno fino al 3500 a.C., ovvero quando la Mesopotamia era abitata da gente come Sumèri, Ittìti, Hurrìti, Assìri e Babilonesi, tutti popoli che fecero importanti scoperte o invenzioni di fondamentale importanza per noi.

Babilonia (o anche Babele) era una città della Mesopotamia, zona che geograficamente corrisponderebbe all’odierna città di Al-Hilla in Iraq, a circa 80 chilometri da Baghdad; nel corso dei secoli la sua storia racconta epoche di guerre e di conflitti, ma anche di fulgore e splendore massimo che la portò a diventare la città più grande del mondo intorno al sesto secolo a.C., ovvero sotto il regno di Nabucodonosor, che estese il suo Impero fino a dominare quasi tutto il Medio Oriente.

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Villa Olmo, una visita indimenticabile

Potrebbe capitare almeno una volta nella vita di trovarsi in giro per la bella città lombarda di Como, magari affascinati dalle bellezze e dalla magìa manzoniana di “quel ramo del lago di Como”, e se dovesse capitare sarebbe un vero peccato non approfittare di questa occasione per visitare anche la maestosa e neoclassica bellezza di villa Olmo.

Commissionata dal marchese Innocenzo Odescalchi all’architetto milanese Simone Cantoni, villa Olmo nasce come residenza estiva dei marchesi e gode della presenza di un bellissimo giardino che affaccia direttamente sulla riva occidentale del lago di Como; in questo grande giardino anticamente era presente un olmo centenario (che però oggi non esiste più) che dava appunto il nome alla imponente struttura neoclassica della villa.

I lavori di costruzione ebbero inizio intorno al 1782 e cinque anni più tardi il marchese Odescalchi ebbe il piacere di ospitare niente di meno che Napoleone Bonaparte ed Ugo Foscolo; nel 1824, in seguito alla morte del marchese, la villa fu passata in eredità al marchese Giorgio Raimondi.

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Esposizioni e mostre permanenti che devi vedere

Chissà quante volte ci sarà capitato di sentire espressioni del tipo: ‘L’Italia è un museo a cielo aperto’; effettivamente dobbiamo riconoscere che queste parole sono davvero azzeccatissime. Se infatti pensiamo non solo alle opere d’arte di vario genere ma apriamo un attimo gli orizzonti delle nostre vedute, ci rendiamo conto che, a totale conferma di ciò, anche un semplice borgo antico o una cittadina tanto vetusta da aver fatto veramente storia può considerarsi un piccolo museo, magari piccolissimo… ma comunque di grande valore.

E’ per questo motivo che sono davvero tantissimi i luoghi considerati ‘mostre naturali perenni’ nel nostro bel paese e che non si può assolutamente fare a meno di visitare se si ha la fortuna di essere in vacanza in Italia. Non basterebbero 1000 pagine di un libro per parlare un po’ più dettagliatamente di ognuna di loro; qui di seguito tenteremo di individuarne alcune tra le tante, ma il consiglio migliore resta sempre quello di girare il più possibile una volta che si è lì.

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