Virgilio 10 Marzo 2021

Tra le più antiche civilizzazioni mai esistite, o quantomeno quelle delle quali ci siano pervenute tracce concrete, c’è sicuramente quella Assiro-Babilonese, e per cercare di approfondire un po’ il discorso bisogna fare un salto indietro nel tempo più o meno fino al 3500 a.C., ovvero quando la Mesopotamia era abitata da gente come Sumèri, Ittìti, Hurrìti, Assìri e Babilonesi, tutti popoli che fecero importanti scoperte o invenzioni di fondamentale importanza per noi.

Babilonia (o anche Babele) era una città della Mesopotamia, zona che geograficamente corrisponderebbe all’odierna città di Al-Hilla in Iraq, a circa 80 chilometri da Baghdad; nel corso dei secoli la sua storia racconta epoche di guerre e di conflitti, ma anche di fulgore e splendore massimo che la portò a diventare la città più grande del mondo intorno al sesto secolo a.C., ovvero sotto il regno di Nabucodonosor, che estese il suo Impero fino a dominare quasi tutto il Medio Oriente.

Storia della Mesopotamia

Erano due le culture predominanti nella Mesopotamia del terzo millennio a.C., quella sumerica e quella accadica; poco a poco gli Accàdi sottomisero completamente i Sumèri, i quali però finirono con il riprendersi quello che gli era stato sottratto con la forza, fondando il l’Impero neo sumerico verso la fine del secolo XXII a.C.

In pratica l’Impero Babilonese nacque dalla bassa Mesopotamia, ovvero in quelle regioni del Sud alle quali il Re Hammurabi riuscì a dare splendore; il suo dominio giunse in breve a coprire tutte le zone della bassa Mesopotamia, e fece di Babilonia un importante centro di attività e scambi anche grazie alle molte simpatie che riuscì a guadagnarsi. Nella Mesopotamia del Nord invece furono gli Assiri ad espandersi poco a poco fino ad assumere il controllo dei territori, e nel 732 a.C. circa giunsero perfino a conquistare Babilonia, poi addirittura distrutta e completamente messa a ferro e fuoco nel 689 a.C.

Nabucodonosor e l’impero neo babilonese

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Mentre dunque regnava il caos a Babilonia, ormai conquistata dagli Assiri, iniziava a prendere corpo una sorta di ‘movimento di resistenza’ del popolo locale che, approfittando di una lite interna per la successione al trono assiro scoppiata dopo la morte dell’allora sovrano Assurbanipal, avvenuta nel 627 a.C., riuscì a riprendersi Babilonia nel 625 a.C. grazie anche all’aiuto del Re dei Medi Ciassare.

Fu proprio il figlio di Ciassare Nabucodonosor a dare a Babilonia i momenti di massimo splendore; la nascita dell’Impero neo-babilonese diede importanza e lustro alla città, che iniziò a sfoggiare monumenti, enormi mura di cinta, palazzi reali, templi, grandi strade, ed anche le sue attività economiche e di scambio raggiunsero livelli importanti. Tutto questo processo ebbe (purtroppo per i babilonesi) fine nel 539 a.C., quando il Re di Persia Ciro II, conosciuto anche come Ciro il Grande, attaccò ed annientò definitivamente Babilonia, cancellando in un solo colpo quanto di buono era stato fatto da Nabucodonosor.

Architettura ed arte dell’Impero neo babilonese

Nel periodo del suo massimo splendore, ovvero sotto il regno di Nabopolassar prima, e Nabucodonosor poi, l‘arte si sviluppò rigogliosa in Mesopotamia, e l’architettura in particolare era in continua evoluzione; il Palazzo Meridionale, costruito da Nabopolassar tra il 625 ed il 605 a.C. e ristrutturato da Nabucodonosor è soltanto uno dei molti esempi, così come lo sono le gigantesche doppie mura di fortificazione della città, ed alcuni edifici sacri come l’Esaglia (tempio in onore del Dio Marduk) e l’Etemenanki, il principale centro religioso di tutta la città.

Esistono anche alcune testimonianze di opere a rilievo risalenti al periodo dell’Impero neo babilonese, anche se a dire il vero non è che ne siano rimaste molte dopo la distruzione totale di Babilonia per mano di Ciro il Grande; da quel poco che si è riusciti a riportare alla luce emergono forme con contorni morbidi e linee sinuose, in grado di conferire alla raffigurazione maggior naturalezza e stile, e ciò si notava anche nelle raffigurazioni iconografiche, dove le divinità erano raffigurate mediante simboli posti nella zona superiore dello spazio a disposizione. Fu poi l’ultimo sovrano dell’Impero neo babilonese Nabonedo a stravolgere il tutto e ad adottare nuovi stili più schematici e dai contorni meno dolci.