Virgilio 23 Giugno 2021

La pittura cinese è molto probabilmente tra le più antiche arti grafiche di cui si sia trovata traccia, anche se i primi dipinti non erano altro che una sorta di decorazioni ornamentali eseguite su oggetti come vasi, anfore, o tessuti di seta; la pittura nello stile tradizionale cinese è conosciuta con il nome di guòhuà, che tradotto significa ‘pittura nativa’, e si regge più o meno sugli stessi canoni della calligrafia, creata cioè con un semplice pennello intinto in inchiostro nero o comunque in pigmenti colorati.

Molto prima dell’invenzione della carta nel secolo I d.C, i cinesi usavano dipingere soprattutto vasi ed altri piccoli oggetti, adornandoli con simboli a zig zag, cerchi concentrici, spirali, o semplici punti, poi verso il 500 a.C. si iniziarono a vedere le prime raffigurazioni di battaglie o anche rappresentazioni della natura, fatte rigorosamente su seta, materiale che poi fece spazio alla più economica carta.

Dai primi dipinti ornamentali alle dinastie Han e Tang

Furono attorno al 210 d.C. gli artisti della dinastia Han i primi a dipingere figure umane su carta, e le prime riproduzioni erano prevalentemente di carattere ‘funerario’, adornavano cioè le tombe dei defunti con scene che riproducevano momenti particolari della loro vita. Altri disegni ancora illustravano gli insegnamenti di Confucio, arte praticata specialmente nel periodo compreso tra il 220 ed il 600 d.C; in tale periodo era molto frequente trovare dipinti raffiguranti scene di vita quotidiana secondo gli insegnamenti del grande filosofo cinese.

Intorno al 500 d.C. la pittura figurativa si sviluppò principalmente nelle corti reali soprattutto sotto la dinastia Tang, ed artisti come Zhou Fang e Zhang Xuan rappresentavano lo splendore e gli sfarzi della vita di corte, dipingendo imperatori, dame di palazzo, cavalli imperiali, grandi ministri, e cortigiani, tutte opere commissionate dallo stesso Imperatore ed eseguite dai suoi ‘pittori di corte’. Una di queste opere, di cui si ha fortunatamente traccia, è dame che lavorano la seta, in cui appaiono chiarissimi i riferimenti agli insegnamenti di Confucio.

La pittura nella Cina tardo imperiale

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Più o meno verso il secolo XIII, ovvero in quel periodo che gli storici identificano come età tardo imperiale, si iniziò finalmente a sviluppare in Cina la tradizione di disegnare oggetti semplici, cosa fino a quel momento mai successa; frutta, fiori, animali in libertà, iniziarono a prendere il posto delle solite scene di guerra e dei vecchi dipinti funerari che caratterizzarono le epoche precedenti, dando inizio ad un nuovo modo di intendere l’arte figurativa in Cina.

Si arriva poi al periodo della dinastia Ming, che assunse il totale controllo della Cina nel periodo compreso tra il 1368 ed il 1645, anno in cui fu definitivamente ‘spodestata’ dalla dinastia Shun; molti storici associano la dinastia Ming con l’inizio di una delle fasi meno significanti della pittura cinese, quasi di totale decadenza, perché in effetti gli artisti di quel periodo non apportarono nulla di nuovo alla pittura cinese, ma continuavano a seguire vecchi modelli figurativi, e soprattutto ad eseguire decorazioni ed adorni su oggetti e vasi.

La pittura cinese moderna

Il periodo artistico che si suole identificare come pittura moderna cinese, iniziò nei primi anni del 1930, ed ebbe grande fulgore perché fu in pratica il primo vero incontro tra artisti e tecniche orientali con il mondo occidentale; nuovi soggetti e nuove tecniche rappresentarono per gli artisti cinesi un orizzonte nuovo tutto da scoprire, proprio mentre prendeva piede il realismo socialista, ovvero quella tendenza ad avvicinare l’arte ai ceti più bassi celebrando il progresso sociale e l’uguaglianza di classe.

Ebbe senza dubbio grandissima importanza a livello culturale in Cina la famosa campagna dei cento fiori del 1956-57, un anno intero che il paese dedicò alla liberalizzazione della vita politica, economica, culturale, e sociale, una stagione in cui ogni forma di espressione artistica visse una sua rinascita, e dove perfino le esposizioni e le mostre venivano organizzate all’aperto, in spazi rurali a contatto con la natura piuttosto che in salotti e atelier. Dopo la grande Rivoluzione Culturale che la Cina lanciò nel 1966, le tecniche orientali si fusero con quelle occidentali, e gli artisti cinesi iniziarono ad introdurre innovazioni nelle tecniche che utilizzavano; tra gli esponenti di maggior rilievo della pittura moderna cinese menzioniamo Zhang Daqian, vero e proprio maestro soprattutto nell’arte di copiare perfettamente le opere dei più grandi maestri tra cui anche il suo amico Pablo Picasso.